Schermi curvi: un must per gli Europei di calcio 2016
Parliamo di schermi curvi in generale, come sono fatti e a cosa servono, creati non solo per un “fattore moda” ma per ragioni squisitamente tecniche. Con l’aumentare delle dimensioni di uno schermo il campo visivo del nostro occhio non è più in grado di contenere la intera immagine, e di conseguenza con un movimento inconsapevole della pupilla il nostro occhio continua a scansionare l’ immagine proiettata sia orizzontalmente che verticalmente per percepirne l’intero contenuto di informazioni visive, con un notevole dispendio di energie e relativo affaticamento. Questo è il motivo del tipico mal di testa che ci colpisce quando al cinema siamo seduti nelle prime file.
A questo effetto se ne aggiunge un secondo altrettanto malefico, più che sono molto sviluppati in larghezza: la perdita di focalizzazione dei dettagli man mano che dal centro dello schermo ci si avvicina ai bordi laterali, dovuto alla variazione di distanza percorsa dalla luce fra le immagini proiettate al centro e quelle proiettate ai lati dello schermo, variazione che produce un peggioramento della messa a fuoco che neanche le lenti da proiezione più sofisticate possono correggere.
Anche in questo caso il nostro occhio si rende inconsapevolmente conto del fenomeno e cerca di porvi rimedio strizzando gli occhi per focalizzare i dettagli, col risultato di un grande stress fisico.
L’ unico rimedio serio consisterebbe nell’allontanarsi il più possibile dallo schermo, ma è il gatto che si mangia la coda perché la luminosità generale delle immagini decade e gli sforzi per mettere a fuoco aumentano.
Un rimedio senza dubbio efficace consiste nell’utilizzo di uno schermo curvo, ovvero uno schermo che riduce fortemente la differenza fra il percorso della luce al centro e ai lati dello stesso, incrementando così la messa a fuoco e l’incisività delle immagini proiettate.
Normalmente il raggio di curvatura dello schermo è molto superiore al raggio di proiezione, ma anche così l’effetto di correzione è molto positivo, tanto più preciso quanto più i due raggi coincidono.
La prima applicazione “elettronica” è stata sperimentata sui televisori LCD, che si prestano facilmente ad essere realizzati in materiali facilmente deformabili, ma chi non si ricorda che già molti anni addietro i vecchi cinema di paese avevano lo schermo che non era perfettamente parallelo al muro, ma già allora leggermente “parabolico”.